Evoluzione del fronte russo-ucraino
Nel Donetsk si sta svolgendo una battaglia che si gioca sopra un’intera scacchiera mondiale. L’avanzata dell’esercito russo e i contrattacchi ucraini fanno parte di una battaglia unica, giocata su un fronte di oltre mille chilometri. Entrambi attendono l’insediamento del presidente Trump a fine gennaio, temendo gli ucraini di essere costretti ad un armistizio che toglierebbe al paese il 20 per cento del territorio e sperando il Cremlino di aprire un dialogo diplomatico con Trump, benchè su posizioni assai distanti.
L’amministrazione Biden e il governo ucraino (1) mettono in atto un ventaglio di attacchi e provocazioni allo scopo di indurre il Cremlino a fare passi falsi avendo perso le staffe, gli attacchi di missili e droni russi (anche in conseguenza all’uso di Atacms e Storm Shadows su bersagli in territorio russo pre 2014) sono sempre più pesanti (2).
Putin è tallonato dai militari e da parte della sua opinione pubblica che lo considerano troppo prudente quando risponde agli attacchi. L’incursione ucraina in territorio russo a Kursk (dove i russi e, si dice, 10000 soldati nordcoreani, stanno recuperando gli spazi ceduti due mesi fa agli ucraini) potrebbe ripetersi in una zona adiacente della frontiera.
Mezzi e soldati scelti ucraini vengono trasferiti alla regione di Kharkiv, mentre il fronte del Donbass rischia il collasso. L’armata russa del sud avanza nel Donbass (assediata la città di Velyka Novosilka) facendo attenzione ai movimenti degli ucraini sull’altra riva del Dnieper (3), l’armata del Donbass centrale ‘libera’ diverse cittadine difese da importanti fortificazioni e ‘fortini’ urbani, ma anche da trincee e corsi d’acqua nelle campagne, stanno per cadere: Čassiv Yar, Torec’k, Kurachovo è caduta.
Le cittadine vengono attaccate, e sono accanitamente difese benchè gli ucraini manchino della fanteria necessaria, dopo che i russi hanno occupato tutti i villaggi circostanti. Ora inizia l’attacco al nodo logistico e ferroviario di Pokrov. Molte delle fortificazioni risalgono a prima del 2022, questo fa pensare che gli ucraini si aspettasse un attacco russo in profondità. Pare che tali importanti fortificazioni manchino, più ad ovest, questo faciliterebbe un’offensiva invernale russa.
La carenza di brigate di riserva impedisce agli ucraini, esausti (4), di coprire tutte le postazioni e la rapida avanzata russa sta creando numerose sacche che rischiano di intrappolarli. La leva militare (5) operata nel corso del 2024 è invisa alla popolazione, che sostiene molti sacrifici e sopporta lunghe interruzioni della corrente elettrica poiché i frequenti e sempre più pesanti attacchi con droni e missili russi danneggiano infrastrutture energetiche, fabbriche o depositi militari e ferrovie su tutto il territorio.
Il 13 decembre vi è stato un attacco russo con 200 droni e 100 missili. I paesi Nato non sono più in grado di inviare missili e radar sufficienti per un’adeguata copertura antiaerea. E’ stato anche usato un nuovo missile balistico a media gittata ipersonico russo di notevole potenza (chiamato Oreshnik) che ha (probabilmente) distrutto una fabbrica di missili a Dnipro (6).
Gli ucraini hanno ottenuto da americani, inglesi e francesi il permesso di utilizzare missili balistici (da loro forniti e controllati) per colpire il territorio russo, i russi hanno reagito duramente minacciando una escalation, ritenendo che si sia creata una situazione di guerra con i tre paesi menzionati (7). Da anni gli ucraini hanno cercato di colpire bersagli in Russia con i loro droni, inoltre facevano assassinii mirati e di recente hanno dichiarato di aver compiuto l’attentato (a Mosca) che è costato la vita al Generale Kirillov8 e al suo aiutante (16.12.24).
Guerra in Europa e sfide energetiche (9)
“L’Ucraina trasforma il transito dell’energia in un bottone per manipolare popoli, paesi e nazioni” (Lavrov, luglio 2024) (10).
Ripeto ancora una volta (inutilmente, temo) che i russi non hanno usato il fatto che per mezzo secolo hanno fornito all’Europa idrocarburi a buon mercato come strumento di pressione politica (11).
Negli ultimi giorni si è sviluppata una complessa dinamica per la fine del contratto Russia-Ucraina relativo a passaggio di gas (gasdotto Soyuz)sul territorio di quest’ultima verso Austria – Slovacchia – Ungheria – Repubblica Ceca – Romania e Italia (valico del Tarvisio, modesta quantità (12).
Il premier Slovacco Fico (che sei mesi fa fu ferito in un serio attentato, dopo aver sospeso in Slovacchia l’invio di armi all’Ucraina) ha parlato con Putin per cercare di ottenere un prolungamento delle forniture e favorire trattative di pace (13). Rimando in nota (14) la vicenda Lukoil (oleodotto Druzhba) relativa all’Ungheria conclusa con un accordo in ottobre 202414 e mi limito alla complessa vicenda del gas che fino al 31 dicembre 2024 fluiva fra Russia ed Europa nel più antico (1964) e più lungo (km 4000) gasdotto europeo.
Il Soyuz che ha due diramazioni principali, quella meridionale è chiusa dal maggio 2022, avendo la compagnia ucraina chiuso (‘force majeure’) i rubinetti dello snodo di Sokharanivka, in Donbas, a causa dell’occupazione russa dell’area (15).
L’altro snodo, fino ad ieri attivo, si trova in Kursk, nella cittadina russa di Sudzha in cui russi e ucraini si combattono accanitamente, ed ha regolarmente portato più di 42 milioni di metri cubi di gas giornalieri in Europa (parte dei quali, pagati dai contribuenti europei, vanno all’Ucraina).
Il contratto tuttavia era per 66 milioni di metri cubi al giorno quando entrambi gli snodi erano in funzione. Gazprom dice essere impossibile trasferire tutto il quantitativo passando da un solo snodo e l’Ucraina ha portato Gazprom ad una corte di arbitraggio europea (che deve ancora pronunciarsi) per ottenere il pagamento per il transito dell’intera fornitura concordata (66.000) avendo fino ad oggi Gazprom pagato circa un miliardo annuo per il passaggio dei 42 milioni giornalieri da Sudzha.
Le corti in Europa hanno gran simpatia per l’Ucraina e se il verdetto fosse in suo favore il pagamento del gas che eventualmente passasse da Sudzha verrebbe pagato non a Gazprom ma direttamente all’Ucraina, in base alla decisione dell’arbitrato (16).
Un furibondo Putin ha detto ad alcuni giornalisti che non intende fornire gas senza esser pagato e che non vi saranno nuovi accordi (analoghi a quello che ha risolto il conflitto fra Ucraina, Ungheria e Lukoil in ottobre 2024, vedi qui nota 14). Qualche neurone ha ripreso a lampeggiare nei pressi della Commissione Europea e dei palazzi di Kiev e si intravedono possibili esiti negativi.
Io ritengo che essendo questo stop al gas, per conclusione del contratto, previsto da anni la decisione di chiudere i rubinetti sia stata presa a Bruxelles (istruita da Washington che insiste perché l’Europa comperi sempre maggior quantità di Gnl, alias Gpl, dagli Stati Uniti) che la ha imposta a Kiev.
Mentre la commissione europea, organo non eletto, non rappresentativo del desiderio di diplomazia per la pace ormai maggioritario del popolo europeo e che non deve rendere conto a nessuno (salvo il dipartimento di stato Usa) delle sue decisioni, ratificate o meno che siano dal Parlamento europeo, non si deve preoccupare di una bella recessione con deindustrializzazione in Europa, di un aumento dell’inflazione che consegua all’aumento del costo del gas (17) e dello svuotamento delle nostre riserve di gas in Europa se questo permette di punire Ungheria e Slovacchia pacifiste o la pericolosamente neutrale Austria con una crisi dei loro rifornimenti energetici, i problemi energetici ucraini e moldavi sono invece esistenziali.
Si poteva ipotizzare che rovesciando la direzione del flusso del gasdotto l’Europa avrebbe potuto rifornire l’Ucraina e la Moldova, paesi in cui il riscaldamento invernale è fatto con il gas, ma la chiusura del gasdotto apre ai russi la possibilità di attaccarlo con missili e droni, avendo già danneggiato almeno il 70% dell’infrastruttura ucraina per la produzione di elettricità.
La Moldova riteneva possibile ricevere il gas russo attraverso il Turkstream (18) ma Gazprom ha sospeso la fornitura (di due miliardi di metri cubi di gas all’anno) alla Moldova, intimando un pagamento dovuto di 709 milioni di dollari per metano ricevuto, la Moldova (19) riconosce un debito di soli 8,6 milioni e accusa la Russia di usare l’energia come arma di guerra.
Il gas viene usato in Transnistria (una piccola enclave russa dal 1990, non riconosciuta legalmente, militarizzata ma vulnerabile ad un attacco già ventilato dagli ucraini) per produrre elettricità per tutta la Moldavia: quello del 2025 non sarà un Capodanno luminoso. Solo se la Transnistria riceve il gas da Gazprom non lo paga, se lo dovesse pagare spenderebbe mezzo miliardo all’anno, la metà del suo Pil.
L’Ucraina, se in difficoltà, otteneva l’elettricità da Slovacchia ed Ungheria che, prevedibilmente, minacciano adesso di non fornirla all’Ucraina. L’Europa, essa stessa preoccupata di avere sufficienti riserve di gas, potrebbe aver difficoltà ad aiutare questi due paesi. Si prospetta la possibilità di un’Ucraina al buio e al freddo, i cui cittadini cercherebbero rifugio oltrefrontiera e che sarebbe costretta rapidamente ad una resa incondizionata. Se Zelensky pare furibondo con l’omologo slovacco c’è il suo motivo (come diciamo a Bologna). Secondo me i responsabili (si fa per dire) di questa multipla imboscata energetica stanno alla commissione europea.
I soldati nordcoreani sul fronte di Kursk?
Da più di un mese fonti occidentali parlano di soldati, e caduti, nordcoreani sul fronte di Kursk, a fianco delle truppe russe, si tratterebbe di 11.000 soldati. Si trovano nella rete foto e video di soldati russi con tratti asiatici, ma potrebbero essere russi di etnie siberiane. Canali Telegram russi parlano di soldati nordcoreani che combattono nella regione di Kursk. Il Cremlino non conferma né smentisce.
Ritengo che questa notizia (o questa invenzione) si colleghi ai recenti eventi a Seul: il 4 dicembre il presidente della Corea del Sud Yoon Suk-yeol ha tentato di dichiarare la legge marziale ma il parlamento (sostenuto da spontanee manifestazioni popolari) è riuscito, per un soffio, a riunirsi e a cassare la decisione costringendo il presidente a revocarla: ora il paese è guidato dal primo ministro e il presidente è sospeso, il parlamento ne ha votato l’impeachment, è sotto inchiesta per tentato colpo di stato, anche il suo partito si è rivoltato contro di lui.
Fino alla fine della guerra fredda la Corea del Sud è stata oppressa da dittature militari. Il paese, che ha fabbriche di armi e munizioni, si è dimostrato riluttante a fornirle all’Ucraina. Le memorie della crudele occupazione giapponese sono vive nella Corea del Sud che non ha gradito il patto di collaborazione militare fra Usa, Giappone e Corea del Nord contro la Cina, firmato il 30 luglio 2024; il deposto presidente era assai impopolare ma l’esito dell’impeachment non è scontato.
I ‘liberatori’ jihadisti al potere (?) a Damasco
Premetto che le notizie sono incerte e contradditorie, gli eventi in costante evoluzione e gli attori numerosi, suggerisco che il lettore faccia la sua indagine e tragga le sue conclusioni, tenendo presente la storia recente (20).
Il deposto Bashar Al Assad succede nel 2000 (la Siria conta 22 milioni di abitanti, metà di essi diverranno dopo il 2011 rifugiati interni o all’estero) al presidente (suo padre) Hafez Al Assad, fondatore di una dinastia alauita (sciita) di militari.
Hafez al Assad prende il potere nel 1970 (la Siria contava allora 7 milioni) nel decimo cambiamento di regime (21) (spesso per colpi di stato militari con ampia partecipazione dell’intelligence Usa e britannica) a partire dal 1946, anno in cui termina il protettorato francese e la Siria diventa indipendente (22).
Il regime di Hafez è baathista, panarabo, secolare; si scontra con i fratelli mussulmani (sunniti e religiosi) la cui repressione ad Hama causerà decine di migliaia di morti nel 1982. Il paese si modernizza, sanità e istruzione sono gratuite e di buon livello (alfabetizzazione al 94%, aspettativa di vita 73 anni), nasce una classe media istruita e agiata. Bashar cercherà inizialmente di modificare la corruzione e l’oppressione del regime ma una siccità della durata di 7 anni e il movimento della primavera araba sfociano nelle manifestazioni del 2011, militarmente soppresse.
Come il regime di Saddam Hussein la Siria imprigiona, tortura e uccide gli oppositori, le sue prigioni sono utilizzate dalla Cia per ‘interrogare’ i prigionieri segreti jihadisti: Robert Baer, già agente della Cia, descrive tale politica al New Statesman nel luglio 2004: “Se volete un interrogatorio serio li mandate in Giordania, se volete che vengano torturati li mandate in Siria. Se volete che il prigioniero sia fatto scomparire lo mandate in Egitto” (23).
Wikileaks rivelerà che sin dal 2006 i servizi segreti inglesi preparavano miliziani contro il governo siriano e che la Cia (24) si è alleata in Siria con al Qaeda (cui trasferisce armi dell’esercito libico dopo la caduta di Gheddafi), che sotto il nuovo nome di Al Nusra e la direzione di Al Jowlani si era spostata dall’Irak verso la Siria (25).
Il movimento siriano di contestazione pacifica del 2011 si trasforma in guerra civile. Molti miliziani sono dei tagliagole estremisti (sunniti), sostenuti economicamente da Usa, Israele e Quatar. Lo Sna (esercito nazionale siriano (26) pagato e addestrato dalla Turchia (dove si rifugiarono tre milioni e mezzo di siriani) viene ora usato come paravento per un attacco dell’esercito turco al triangolo nordorientale della Siria controllato dalle milizie Ypg (curdi a ideologia libertaria e socialista sostenuti dagli Usa, collegati ai curdi del Pkk in Turchia, formazione terrorista) (27).
La città di Manbij (fra Aleppo e il fiume Eufrate (28) è contesa fra milizie curde e lo Sna. La Turchia, che controllava e conteneva le diverse milizie (29) anti Assad nella zona di Idlib, desidera occupare una fascia di territorio sulla frontiera turco-siriana controllata dai curdi, la bombarda spesso.
Al momento Sda (milizie siriane) ed esercito turco puntano su Kobane, le forze di difesa curde propongono una smilitarizzazione di Kobane con il controllo di truppe americane (30).
Il triangolo ad est controllato dai curdi siriani è circa un terzo del paese ma ne possiede le risorse agricole e petrolifere. Le forze curde giustificano, nella zona di Deir az Zor, la presenza delle basi Usa che controllano i giacimenti petroliferi di al Omar e quelli di gas naturale della compagnia statunitense Conoco. Se gli Usa abbandonassero i curdi ad Erdogan l’esercito turco farebbe una pulizia etnica (dei curdi) nel vasto (e ricco) territorio. Erdogan annettendo una fascia della Siria a ridosso della frontiera turca persegue il sogno di una vasta sfera d’influenza turca a nord est.
Cerchiamo di capire che cosa sia avvenuto e cosa potrebbe avvenire nel medio oriente (31) dopo l’arrivo dei jihadisti di Hts (Tahrir Al Sham), già fronte di Al Nusra, una fazione della Jihad irakena guidati da Ahamad Shara’a (nome di battaglia al Jowlani, dal nome delle alture del Golan, occupate dagli israeliani che ne scacciarono i suoi nonni) sul cui capo pendeva fino a pochi giorni fa una taglia consistente in quanto pericoloso terrorista (32).
Si sono improvvisate delle strutture di governo per le città, strutturate sulla burocrazia siriana, il passaggio delle consegne al nuovo primo ministro, Muhammad Bashir, già capo dell’amministrazione di Idlib è avvenuta pacificamente.
Pochi credono alla conversione alla tolleranza e alla civiltà dei jihadisti, infatti le quaranta donne giudice della Siria sono state sospese (non hanno l’attributo necessario al ruolo) e le comunità cristiane e sciite (alauiti, duodecimani e ismailiti) hanno subito attacchi, uccisioni e stanno organizzando milizie di difesa (le armi leggere non mancano). Si sono visti linciaggi e impiccagioni (cose che accadono durante questi passaggi di potere) e si dubita della possibilità di controllare i miliziani, fanatici tagliagole che speriamo redenti, un terzo dei quali non sono siriani ma vengono dalle repubbliche centro asiatiche, dal Caucaso. Fra loro vi sono diverse migliaia di Uiguri (mussulmani cinesi dal Xingiang) (33). La grande maggioranza dei siriani sono mussulmani sunniti.
Situazione più caotica che confusa: attori armati
L’esercito siriano, si è dileguato in pochi giorni, se credete che esso sia stato sgominato da non più di 15.000 miliziani di Hyatt Tahrir Al Sham Hts, ben addestrati dai turchi e forniti di droni e armi leggere, io vi proporrei un ottimo investimento immobiliare situato in un cratere lunare.
I soldati siriani, che fino a tempi recenti ‘non venivano fatti prigionieri’ dalle forze jihadiste, sono stati amnistiati, dovunque si trovino (34), da Ahamad Shara’a il leader di Hts (nome di battaglia al Jowlani) che a 21 anni era già a libro paga di Bin laden in Afghanistan con al Qaeda. L’esercito israeliano (IDF) dopo la caduta di Damasco ha occupato le alture del Golan interamente, poi il monte Hermon, poi, invadendo è risalito lungo la frontiera siriano-libanese fino a 25 chilometri da Damasco (35).
Spero si sia fermato ma Netanyahu sogna il grande Israele: un pezzetto di Giordania, di Libano, un po’ di Siria e, perché no, dell’Iraq. Al fine di evitare equivoci Israele ha fatto circa 800 attacchi aerei in pochi giorni (inoltre attacchi navali che hanno affondato la piccola flotta siriana) per distruggere tutti i depositi di armi, i blindati e altri edifici militari, distruggendo anche delle infrastrutture (basi aeree) in un paese devastato da dodici anni di guerra civile e da otto anni di feroci sanzioni europee e americane (36), che hanno impedito ai paesi del golfo arabo di dare aiuti per una ricostruzione siriana, sanzioni rinnovate per altri cinque anni da Biden questo 23 dicembre (37).
L’Iran ha fatto sapere che non fornirà più il petrolio alla Siria e la Russia che non invierà gratis il suo grano (38), quindi Turchia39 e HTS avranno altre bocche da sfamare. Se lo fanno verranno colpiti da sanzioni secondarie?
Attori armati non attivi, per ora. Appena concluso il così detto cessate il fuoco sulla frontiera libanese (27 novembre) l’aviazione israeliana ha bombardato seriamente tutti i passaggi tra Libano e Siria. Hezbollah che durante la guerra civile aveva sostenuto l’esercito siriano, non è intervenuta.
L’aviazione russa che tanta parte aveva avuto nell’attaccare i ribelli nel periodo 2015-18, li ha attaccati durante la presa di Aleppo (su cui ora sventola la bandiera Turca (40) rallentandone l’avanzata e facendo centinaia di morti. Dopo la caduta del governo Assad i russi hanno condotto un’ordinata e indisturbata ritirata dalle loro basi ad est del paese, verso le basi in Latakia, hanno protetto i loro collaboratori siriani e membri della famiglia Assad (41) ( si dice con mercenari russi), persone che sono ora probabilmente in Russia.
Si dice che abbiano salvato migliaia di ‘advisors’, connessi ai militari iraniani, che avevano inizialmente cercato di intervenire a sostegno dei siriani ma i loro aerei da trasporto erano stati bloccati dagli aerei israeliani che, si dice, i russi non hanno voluto attaccare (42).
I servizi segreti russi accusano Washington e Londra di preparare attacchi terroristici contro le basi russe in Latakia, sul Mediterraneo affidando questo compito e droni offensivi ai militanti dello stato islamico (43) recentemente liberati dalle prigioni. Secondo i servizi russi la Cia ed MI6 vogliono mantenere uno stato di caos in Medio Oriente, dove la presenza militare russa rappresenta ‘un fattore significativo per la stabilità regionale’(44).
L’intelligence turca che controlla Hts ha provveduto a proteggere sia l’ambasciata russa a Damasco (quella iraniana è stata vandalizzata) che i perimetri delle basi Russe a Latakia. Quando gli aerei israeliani hanno bombardato i porti siriani in Latakia sono stati bene attenti a non colpire le zone russe (45).
Che cosa sia successo in 11 giorni fra il 28 novembre (quando Hts si accinge a riprendere una importante strada vicina ad Aleppo (46) e il 7/8 dicembre, quando Bashar al Assad si dimette e vola verso la base russa, poco prima che le milizie occupino l’aeroporto di Damasco, senza averlo comunicato e senza aver parlato al paese o all’esercito; che cosa sia successo ad un esercito ben armato di più di 170.000 uomini che si erano difesi in una situazione quasi disperata dal 2011 al 2015, quando vennero soccorsi dai russi, hezbollah e iraniani, che cosa sia successo agli alti ufficiali che hanno ordinato ai soldati (ad Aleppo e altrove) di fuggire, abbandonando i blindati, e dileguarsi con abiti civili è incomprensibile. Possiamo fare alcune ipotesi.
Ipotesi sorpresa: l’esercito siriano è stato attaccato con droni ucraini/turchi che non conoscevano e le comunicazioni sono state bloccate elettronicamente, rendendo così ciechi i comandi e privi di ordini i soldati. I comandanti siriani esperti erano stati messi a riposo. Un così rapido collasso non lasciava il tempo agli iraniani di trasferire sul campo le loro brigate: avrebbero avuto bisogno di due settimane. Questo spiega una minima percentuale della storia quale ci è stata raccontata.
Ipotesi corruzione: il paese, sottoposto dal 2019 a pesantissime sanzioni, era alla canna del gas (47). Un soldato era pagato $7 al mese, un generale $40. I miliziani jihadisti ricevono fino a $2000 al mese, non sorprende che il paese fosse sommerso dalla corruzione. Non sarà stato difficile corrompere un adeguato numero di alti ufficiali siriani.
Dopo i numerosi assassinii politici di iraniani, della dirigenza di Hezbollah e di Hamas vi erano sospetti che la rete della resistenza contro Israele fosse stata infiltrata da servizi segreti ostili, quante spie si nascondevano nelle le strutture statali siriane? Chi ha dato agli israeliani le coordinate dei depositi militari siriani? Stanno forse bombardando a casaccio, come hanno fatto in Libano?
Ipotesi trappola: la storia fa pensare ad un collasso organizzato; la tecnica della ritirata strategica è caratteristica della dottrina militare russa. Nell’ipotesi che il collasso siriano sia (o divenga) una trappola potrebbe esserci un piano ed Erdogan ( che nessuno ha trattato da doppiogiachista e pare tanto affezionato ai suoi amici russi) potrebbe farne parte. Non avendo previsto il collasso siriano Turchia, Israele e gli occidentali hanno dovuto improvvisare.
Per esempio la Cnn è tornata all’ improbabile (visto il contesto) storiella della primavera araba, della liberazione, libertà e democrazia, giubilo popolare dispiegata nel 2011. ll fragile governo di Damasco non ha né le competenze né le persone né la voglia di rimettere in piedi un paese fratturato e strangolato, Hts può essere facilmente eliminato militarmente da alcuni attori presenti. Fra le migliaia di bombe israeliane cadute in Siria una fu così potente da far registrare un terremoto di 3.5 sulla scala Richter.
La Giordania e l’Egitto, la cui stabilità è a rischio, hanno protestato per la violazione israeliana del territorio e della sovranità siriana, così ha reagito il ministro degli esteri turco:
“Condanniamo fortemente la violazione israeliana dell’accordo del 1974 sulla separazione delle forze, l’ingresso dell’IDF nella zona di separazione fra Israele e Siria e la sua avanzata in territorio siriano’ ma nessuno si è mosso (48). Le milizie che hanno ‘vinto’ in Siria sono truppe mercenarie che possono essere ‘ri-indirizzate’, per esempio contro i curdi o gli israeliani”.
L’occidente non toglierà alla Siria le sanzioni finchè i russi non toglieranno le basi, la Turchia le difende a spada tratta. I russi potrebbero trasferirle in Libia e lavarsi le mani del caos siriano. In futuro Israele dovrà fare i conti in Siria con l’esercito turco.
Certo molti milioni di siriani hanno esultato e, fra le lacrime, hanno invaso le prigioni del regime liberando tutti, tra l’altro anche dei jihadisti (49).
La scena ricorda un poco l’esultanza del 25 luglio del 1943 in Italia, quando il peggio stava per arrivare e nessuno cercò di porvi rimedio. La Siria non è liberata: è sul punto di essere smembrata dai diversi contendenti: turchi, israeliani, americani, jihadisti e curdi (i curdi contano popolazioni arabe sul loro territorio, che si stanno rivoltando a Deir az Zor). L’Irak farà bene a custodire la sua frontiera: lo stato islamico potrebbe facilmente ritornarvi.
Ipotesi errori politici di Bashar che ha respinto i suoi veri amici e ha creduto alle monarchie del golfo, delle quali non avrebbe dovuto fidarsi. La Siria era stata reintegrata nella lega araba. Bashar era disperato di far alleggerire le sanzioni, quindi si è allontanato dall’Iran (pur continuando a permettere ad esso di rifornire Hezbollah attraverso la Siria (50).
L’Iran ha certamente avvertito Bashar in settembre dell’ imminente attacco contro Aleppo. Bashar (si dice) ha rifiutato sia l’offerta russa nel 2018 di risistemare l’esercito siriano, i cui limiti erano evidenti, che quella cinese di aiutare per la ricostruzione, preferendo fidarsi di Arabia e Eau, che erano un aggancio con Washington. La Russia al presente non aveva la possibilità di aiutare Assad a causa del conflitto ucraino, ma potrebbe ospitare un governo siriano in esilio.
Ipotesi psicologica: la moglie amata è stata curata l’anno scorso per una pericolosa leucemia, Bashar al Assad era troppo preoccupato (i tre figli e la moglie erano già in Russia, dove lo ha raggiunto almeno un fratello) per avere l’energia di affrontare una situazione critica. Putin aveva insistito perché Assad incontrasse Erdogan, con cui in passato era stato amico, Assad non era nemmeno intervenuto a Kazan all’incontro dei Brics, dove avrebbero potuto incontrarsi. Assad chiedeva che fossero ritirate le truppe turche dal territorio siriano prima di incontrarsi con Erdogan.
Israele ha approfittato della buona occasione, occupando fino a Kuneitra e offrendo ai Drusi la possibilità di un loro staterello siriano ( Israele avrebbe un protettorato).
I Drusi non collaboreranno ma Hezbollah si trova ora Israele alla frontiera orientale. Israele colleziona nuovi fronti (continua a tenere l’aviazione in esercizio bombardando Houthi (51) ed Hezbollah) e probabilmente attaccherà l’Iran. La sua tracotanza può sbilanciarlo aggravando il suo isolamento. I suoi conflitti interni restano pericolosi (52), la sua economia traballa e le capacità missilistiche ed antiaeree dell’Iran non sono trascurabili, l’Iran sta per firmare un trattato di alleanza militare con la Russia in parte segreto.
L’Iran viene considerato il maggior perdente del collasso siriano, collasso militare e di sovranità in un paese strozzato dalle sanzioni fin dal 2016 e bombardato a volontà dall’aviazione israeliana e anche da quella americana per anni. Pare a me che i palestinesi di Gaza, Hamas and Hezbollah si trovino, privati, per ora, di rifornimenti militari, siano quindi in maggiori difficoltà.
Il piano di devastare la Siria forse risale a venti anni fa, quando Assad si oppose alla seconda guerra del Golfo nel 2003, porta la firma di Israele e degli Usa ma è stato portato a termine dal servizio segreto turco. Erdogan ha intenzione di spostare i curdi siriani (KSF) lontano dalla sua frontiera e annettersi parte della Siria di nord-est, si trova così in conflitto con gli americani che li hanno armati e protetti.
Israele occupa sempre più territorio siriano e così si inimica la Turchia e i paesi arabi, che sanno di essere ugualmente a rischio di attacchi. Gli Usa con Blinken puntano ancora alla normalizzazione dei rapporti fra paesi arabi e Israele: gli accordi di Abramo, che passano sulla testa dei palestinesi. Io ritengo che tali accordi dopo il genocidio a Gaza siano lettera morta.
Da sei mesi l’Iran ha avvertito Assad dell’attacco in preparazione e due mesi fa più urgentemente, ma da anni Assad si era allontanato dall’Iran (pur rifiutandosi di tagliare il corridoio Iran-Hezbollah) per essere riammesso alla lega araba che ora gli ha fatto lo sgambetto, sperava di poter cosi far togliere le sanzioni.
Il paese era alla canna del gas, devastato dalla corruzione, un soldato guadagnava $7 al mese, il suo generale $40. Non si è vista resistenza dell’esercito siriano eppure questo è l’esercito che ha resistito, da solo, dal 2011 al 2015, fin sull’orlo della sconfitta, poi nel 2015, all’arrivo in forze dello stato islamico in Siria vengono soccorsi dagli Irakeni, Iraniani e russi.
In mezzo a questo caos si trova l’ Irak, paese debole e impoverito a guida sciita e vicino all’Iran (53), che rafforza le sue frontiere e dice che si farà gli affari suoi ma non si lascerà infiltrare. Noto che qui, fra i due fiumi Tigri ed Eufrate, si trova la culla dell’antica civiltà indo-europea che ha portato in tutta Europa l’agricoltura; qui degli estremisti fanatici distruggono e depredano un patrimonio archeologico simbolicamente prezioso per la civiltà europea.
Si è suggerito che il crollo dello stato siriano sia stato deciso dal defilarsi dei suoi alleati Iran e Russia, ma ho l’impressione che l’Iran (il maggior perdente) almeno fino al 5 dicembre volesse combattere.
Turchia ed Israele desiderano diventare lo snodo del trasporto delle materie prime per l’energia: c’è un progetto occidentale (54) per portare il gas/petrolio dalla penisola araba, via terra, alle sponde del Mediterraneo, la Turchia con il south stream convoglia petrolio e gas dell’Azerbaijan all’Europa.
Erdogan con una mano tiene la Nato, con l’altra i Brics (pericoloso doppiogioco) e può minaccia l’Europa con i migranti che trattiene. Vorranno dire la loro anche i 170.000 soldati di Assad e i 100.000 poliziotti dello stato siriano che non possono essere scomparsi in una frattura del terreno, ma sono una forza importante che si organizzerà sul modello Hezbollah e sarà in grado di venire in aiuto di altre forze irregolari vicine.
Al momento si trovano in Latakia ed Irak, si stanno certamente riorganizzando in Siria. Probabilmente i diversi gruppi di milizie siriane e mercenari stranieri che si opponevano ad Assad inizieranno di nuovo a farsi (letteralmente) la guerra. Viene a mente la situazione degli stati balcanici liberatisi dall’impero turco, in conflitto fra di loro e con l’Austria.
Concludo che dalla Corea del Sud all’Ucraina passando per la Siria e per Gaza (dove il genocidio continua anche se i media non se ne occupano) si stanno sviluppando le campagne strategiche di questa ‘guerra grande’ come la chiama Limes (se preferite la ‘terza guerra mondiale’) e dilaga una sopraffazione e devastazione di territori e popolazioni cui nessuno vuole o può fare argine, alla faccia dell’Onu e del diritto internazionale. Il neoimperialismo anglosassone vi combatte forse l’ultima battaglia (55).
Questo articolo vi parrà forse troppo lungo ma non è completo senza una lunga citazione da un articolo di Elena Basile e l’ augurio di un felice 2025. “L’identità europea sarà quindi il destino comune. La salvezza dall’olocausto nucleare, dall’autoritarismo che avanza, dalla società digitale di sorveglianza, dalla distruzione della cultura umanistica, del senso di comunità, della solidarietà sociale, della pietas cristiana, ecco, la ricerca di questa salvezza potrebbe unire i popoli dell’Europa… L’informazione rimane la prima battaglia” (56).
RIFERIMENTI
1) In particolare i servizi militari di intelligence diretti da Budanov.
2) L’ultima pesantissima incursione è avvenuta oggi, il primo dell’anno.
3) Si temono altri attacchi alla centrale nucleare di Energodar, controllata dai russi.
4) Combattono ininterrottamente da quasi tre anni.
5) Sanno chiamate generazioni più giovani, fin dai 18 anni.
6) Un acceso dibattito sulle caratteristiche tecniche del missile è in corso, secondo me i dati importanti sono la gittata massima di km. 5.000 (=tutta l’Europa), il fatto che non può essere intercettato e che può portare sia esplosivi tradizionali che testate nucleari. Scott Ritter, che ha competenze tecniche sui missili e contatti istituzionali, afferma che l’amministrazione Usa ritiene di poter affrontare uno scontro con armi nucleari tattiche. In tal caso vi sarebbe un’economia di guerra e politicamente la legge marziale.
7) Minacciando ritorsioni che fino ad oggi hanno colpito solo l’Ucraina, affermano che anche basi NatpO sono bersagli legittimi. Sostengono i russi che la Nato controlla bersagli e puntamenti, gli ucraini si limitano a premere il grilletto, per così dire
8) Il generale si occupava di protezione contro attacchi nucleari, chimici e batteriologici. In particolare parlava delle decine di laboratori biologici in Ucraina (prima del 2022) che potevano essere implicati in ricerche per la guerra batteriologica, un tema che Russia e Cina hanno cercato di sollevare nell’agenzia Onu interessata.
9) Trovo vergognoso che la Germania abbia dato poca attenzione ad un attentato terrorista ad una sua struttura: il gasdotto NorthStream. Verosimilmente, come ha illustrato Hersh, i responsabili sono gli Usa e la Norvegia.
10) EU ‘pronto’ a negoziati mentre il conflitto fra Ungheria ed Ucraina ribolle, in Politico 23 luglio 2024. Vedi anche in Wiki The Lukoil dispute.
11) Ricordo che gli Usa posero un embargo sul petrolio al Giappone nel 1941 che causò necessariamente uno scontro nel Pacifico, con i giapponesi che cercavano di raggiungere le risorse energetiche lì disponibili.
12) Da questo gasdotto, se la direzione del flusso fosse invertita, potrebbe entrare gas da Trieste.
13) Sembra che Mosca abbia già rifiutato un piano di pace di Trump che non include la neutralità dell’Ucraina, di certo non ha interesse ad un cessate il fuoco che darebbe all’esercito ucraino il tempo di riorganizzarsi. La richiesta fondamentale resta quella di un arretramento del dispiegamento dei missili Nato in Europa.
14) Sergiy Makodon:’Hungary’s Russian oil deal threatens EU solidarity’ in Energy source 25.10.24: [mia traduzione. passim] ‘ La compagnia ungherese (petrolio e gas) Mol annuncia un accordo con Lukoil [compagnia russa petrolio con la quale l’Ukraina rifiuta di trattare nell’agosto 24). Acquistando petrolio russo al confine bielorusso Mol prende possesso del petrolio prima che esso entri in territorio ucraino, questo permette di evitare la sanzione ucraina a Lukoil MA mette a rischio l’azione collettiva europea contro l’invasione russa. L’Unione Europea e l’Ucraina devono agire con decisione per contrastare tale flagrante violazione dello spirito del regime sanzionatorio, oggi ed in futuro.
15) Kevin Carboni, ‘Perché l’Ucraina ha bloccato alcuni rifornimenti di gas dalla Russia all’Europa’ in Wired, 11.05.2022. Vedi anche colloquio con la stampa di Vladimir Putin in data primo Gennaio 2025, video live world news di Times now world.
16)Alla richiesta di ritirare la sua richiesta alla corte arbitrale l’Ucraina ha risposto negativamente.
17) Oggi primo gennaio 2025 il prezzo del gas all’hub (Ttf) di Amsterdam sale a 49 euro per megawatt-ora (E/Mwh).
18)Sempre che gli ucraini non lo facciano saltare nel mar Nero con qualche attentato-questo tratto di gasdotto viene pattugliato dai russi. Il gas russo passa da Turchia, Bulgaria e Romania prima di giungere in Europa.
19) La presidente moldava Maia Sandu recentemente rieletta con uno stretto margine e con un broglio evidente (ai 4 milioni di moldavi emigrati in Russia sono stati fornite 10.000 schede per la votazione) è indebolita politicamente.
20) Il blog di Lorenzo Bianchi “L’Oriente vicino” Htpss://www.quotidiano.it, ‘La Turchia ha avuto un ruolo centrale nella rivoluzione siriana’.
htpps://Lucysullacultura.com, Buna Soravia ‘Breve storia della Siria e di chi la ha governata in data 17 dicembre 2024’. Non a caso il mio articolo è costellato da ‘si dice’.
21) htpps://Lucysullacultura.com, Buna Soravia ‘Breve storia della Siria e di chi la ha governata in data 17 dicembre 2024’,
22) Si veda James Barr ‘La linea nella sabbia’ Francia, Gran Bretagna e il grande gioco in medio oriente. Oscar Mondadori, 2024.
23) Vedi Wikipedia ‘CIA activities in Syria
24) Attorno al 2013/2015 il presidente Obama ordinerà (‘presidential finding’) alla Cia di operare un cambiamento di regime in Siria. Vedi Wikipedia ‘CIA activities in Syria’.
25) Jake Sullivan ‘Al Qaeda in Siria è dei nostri’.
26) Al massimo 90.000.
27) L’etnia curda vive in Iran, Irak, Turchia e Siria, sono sunni. In totale 35 milioni la loro aspirazione a formare una nazione è frustrata. Hanno combattuto coraggiosamente contro il califfato dell’ISIL in Irak. Dichiarano di essere parte della nazione siriana.
28) Il conflitto fra Turchia e Siria per l’uso delle acque dell’Eufrate è importante.
29) BBC, in data 2 maggio 2023 ‘Why has the Syrian war lasted 12 Years?’.
30) Il rischio è che vi sia uno scontro militare fra forze turche e forze USA, in alternativa gli Stati Uniti possono smettere di sostenere i curdi. Le basi USA in Irak e Siria, con circa 2000 soldati in totale, sono illegali in quanto non gradite ai rispettivi governi, il petrolio che controllano viene in effetti ‘rubato’ e parte di esso giunge in Israele.
31) Che i BRICS chiamano ‘Asia occidentale’.
32) HTS è tuttora nella lista delle organizzazioni terroriste della UE e dell’ONU, gli USA hanno tolto la taglia sulla testa di Al Jowlani. HTS è visibilmente controllato dall’intelligence turca.
33) Ottimo articolo che descrive i diversi gruppi di combattenti della resistenza siriana si trova in Reuters del 2 maggio 2023:’Why has the Syrian war lasted 12 years’ (Perché la guerra siriana è durata 12 anni?
34) Diverse unità hanno passato la frontiera irakena e alcuni devono essere nelle basi russe in Latakia.
35) Silenzio stampa dei media occidentali, non si tratta di aggressione non provocata ma di prudente precauzione. Israele può dire e fare ciò che gli aggrada. Sono anni che bombarda (a volte lo fanno anche gli americani dalle loro basi in territorio irakeno) i ‘depositi militari iraniani’ presenti persino vicino all’aeroporto di Damasco. L’inviato dell’Onu ha detto che gli attacchi dell’IDF devono cessare, probabilmente è un antisemita.
36) Caesar Syria Civilian Protection Act in Wikipedia
37) La soluzione è facile, ha spiegato ad Erdogan Ursula van der Biden: basta che facciate sgomberare i russi dalle loro basi in Latakia, poi toglieremo le sanzioni. Erdogan ha risposto sgarbatamente.
38) Zelensky ha offerto del grano ucraino ma non so se sarà ancora a Kiev per il prossimo raccolto. Mette come condizione che si sgomberino le basi russe in Siria, temo che Erdogan (che controlla lo HTS) non sia affatto d’accordo.
39) La Turchia, che lascia passare il 40% del petrolio necessario a Israele (che proviene dall’ Azerbaijan) potrebbe sottrarne qualche barile per la Siria.
40) Verrà il turno di Damasco, con la sua famosa moschea, e di Mosul? Un sogno neo ottomano dell’espansionismo turco?
41) Alcuni, si dice sono rimasti uccisi.
42) Continuo a chiedermi perché i siriani, che avevano sia antiaerea che aerei da caccia (forniture dalla Russia) non abbiano reagito con maggiore efficacia alle incursioni israeliane quando potevano farlo. Vi sono stati molti, importanti assassinii politici da parte di Israele nel 2024, vi è un forte sospetto che sia Hezbollah che l’Iran siano stati infiltrati con spie, le informazioni potevano anche venire da fonti militari siriane corrotte.
43) ISIL= Islamic state in the Levant/ ISIS=Islamic state in Syria.
44) La Russia accusa “Usa e UK armano i signori della guerra dell’Isis contro le nostre basi in Siria” HuffPost 28 dicembre 2024. Si rifletta sul caos militare, politico ed economico in cui versa la Libia dalla caduta di Gheddafi ad oggi.
45) Nel 1948 gli ebrei erano sotto embargo (per le armi) e furono riforniti di armi e munizioni, per ordine di Stalin, dalle fabbriche cecoslovacche. Si dice che armi dell’esercito siriano siano state inviate alla repubblica ceca per essere controllate prima dell’invio all’Ucraina. Istruttori ucraini con i loro droni hanno, si dice, partecipato all’incursione di HTS. Il mondo è piccolo! Fino a pochi anni fa la relazione fra Russia e Israele era cordiale (1-2 milioni di ebrei russi sono cittadini israeliani).
46) Lo scopo dell’attacco era limitato e tutti sono rimasti sorpresi dal collasso dei militari siriani
47) Sanzioni europee e americane erano iniziate nel 2011 ma molto inasprite nel 2019-vedi in Wikipedia ‘Caesar Syria Civilian Protection Act’. L’agenzia Fides il 20 novembre 2021 riporta le parole del vescovo di Aleppo Georges Abu Khazen :’perpetuare le sanzioni contro la Siria significa condannare a morte molta gente….non ci sono medicine negli ospedali e mancano beni di prima necessità, tanti riescono a malapena a sopravvivere. Sono sempre i poveri che pagano mentre i ricchi non pagano niente…continuiamo a ripetere che le sanzioni sono criminali’.(Agenzia Fides 20/11/2021).
48) Immaginate cosa succederebbe se la Serbia bombardasse a volontà il Kosovo e ne occupasse militarmente un 10%.
49) I curdi hanno nelle loro prigioni 50.000 militanti dell’Isil che nessuno vuole, se i curdi fossero messi sotto pressione li lascerebbero liberi… Beh possono sempre essere utili da qualche parte in Africa.
50) Si ritiene che l’Iran non possa rifornire Hezbollah ma in un paese allo sbando e in mano a signori della guerra la corruzione può aprire molte strade, dopotutto l’Iran riesce a rifornire Hamas in Gaza in qualche maniera. Se guardate la mappa vedrete che la zona di Latakia, dove sono gli alauiti e le basi russe, confina con il nord del Libano.
51) In Yemen la rete di intelligence occidentale è carente, quindi nessuno sa veramente dove siano i missili nascosti in tunnel in profondità e spesso mobili. I missili yemeniti (e quelli iraniani) sono in grado di colpire Tel Aviv ed Haifa, questo non accadeva in passato e cambia la dominanza strategica.
52) Si dice che negli ultimi giorni di dicembre Netayahu sia stato operato di un cancro alla prostata al terzo stadio, altri riporta una prostatite ‘benigna’.
53) i curdi irakeni hanno una regione molto autonoma ricca di petrolio.
54) Che si contrappone al progetto di corridoio nord-sud dalla Russia all’India via Iran, per ferrovia e per mare.
55) Riuscirà Trump a chiudere le basi in Siria ed Irak ? Vi sono voci di migliaia di militari USA in arrivo nelle basi, In medio oriente vi sono più di 60 basi USA.
56) Elena Basile, ‘Un umanesimo europeo contro le élites barbariche. La burocrazia della Nato e della UE vogliono la guerra permanente. I movimenti del dissenso e la società civile possono essere il motore di un processo virtuoso per rimettere al centro la democrazia’ in The post International IV n.20 p.46
(Cecilia Clementel)