Chi più chi meno ognuno di noi soffre di paure, è difficile gradualizzarle perché spaventano e soffocano in maniera diversa le libertà a cui teniamo, umiliandole, inquinando pensieri e sentimenti fino a far perdere il senso della realtà.

La paura generata da un dramma come l’attacco alle Torri Gemelle a New York di qualche decennio fa (forse) non è da confrontare al disagio nato recentemente in merito le farneticanti dichiarazioni di propositi di annessione da parte dell’amministrazione “Trusk” a spese di “roba” d’altri, ma fa eco alle politiche di alcuni paladini di democrazie illiberali come ad esempio il leader argentino Milei o quello ungherese Orban che rischiano di “spaesare”, e far dimenticare che è sbagliato lasciarsi travolgere dall’immediatezza di propagande folli.

I matti che inneggiavano al nazismo, al terrorismo internazionale, leader dei califfati compresi, hanno da sempre dichiarato più o meno apertamente il proprio delirante credo con una propaganda spietata a volte psicotico-allarmistica di dicerie vere o presunte, che preoccupava sì la gente ma non quanto più del disagio dei controlli patiti loro in aeroporto.

Non è detto che ciò fosse sinonimo di “coraggio” ma forse solo la percezione di quanto potesse essere (quasi) impossibile che una qualsiasi altra città venisse colpita come successe a New York, al pari di come un automobilista quando fa un sorpasso in curva pur sapendo quanti incidenti mortali ciò comporti, è certo di non morire, che non toccherà a lui.

E’ difficile oggigiorno sapere con certezza se questo aspetto della nostra natura sia stato (o è oggi) dannoso o incoscientemente solo “protettivo”, ma di sicuro può preservare dal render conto dei pericoli che in ogni istante possono incombere su di noi, per una nuova pandemia, per un conflitto “sotto casa” o altro, che sì può preoccupare ma non quanto poter vincere le fobie di una vita, dal mal di stomaco all’emicrania, dalla depressione all’insonnia.

Paura (foto di Gerd Altmann da Pixabay)

D’altronde il coraggio non è altro che la capacità di saper convivere con le proprie paure e di sapersi riprendere quando si viene “messi al tappeto”, perchè quando la minaccia arriva alla porta è qui che occorre forza d’animo e fermezza a difendere quelle libertà amate, desiderate e godute che hanno meritato di essere state salvate da tiranni ben più oppressivi di quelli con cui oggi rischiamo di avere a che fare.

Se però le sensazioni di paura che i media ci hanno “fatto dono” nelle ultime settimane, tanto dai “dazi” americani e le deregulation sulle immigrazioni quanto ai rischi di una accelerazione selvaggia della Intelligenza Artificiale a complicare il mercato del lavoro a livello globale, se queste saranno dominanti nel futuro prossimo e renderanno più che reale il dover accettare il rischio o certezza di angustie (fino alla morte), ecco che la storia dell’umanità verrà in soccorso a rincuorare e ricordare le virtù a bannare i “tempi duri”, quella del coraggio in primis, che sapranno emergere al momento opportuno a spazzar via paure e globali incertezze garantendo partecipazione democratica, diritti e doveri comuni e libertà fondamentali.

(Giuseppe Vassura)