Imola. Una manifestazione sabato 25 gennaio per lanciare un’allerta democratica alla città, per interpellare la politica e le istituzioni e fermare l’approvazione del Ddl Sicurezza. Oltre a una campagna di sensibilizzazione e una iniziativa pubblica per informare la cittadinanza sul reale contenuto del disegno di legge, che fa di tutto tranne che far sentire più sicuri i cittadini.
Papaveri, il gruppo di giovani, studentesse, antifascisti e democratiche, che lo scorso 25 aprile aveva organizzato la festa antifascista pomeridiana in piazza Matteotti insieme a diverse associazioni e a soggetti collettivi, in collaborazione con l’Anpi di Imola ha deciso di battere un colpo per denunciare il tentativo del Governo Meloni di approvare un disegno di legge che, come un patchwork di propaganda, introduce nuovi reati e aggravanti su temi disparati con un unico comune denominatore: la repressione del dissenso e di fenomeni che il Governo non ha la minima intenzione di affrontare.
“Gli esempi sono diversi, impossibile elencarli tutti. C’è il reato di rivolta nelle carceri e nei centri di detenzione per persone straniere (art. 26), che quindi agirebbe anche contro uno sciopero della fame, quando nelle carceri il sovraffollamento e le condizioni di detenzione hanno già fatto meritare condanne all’Italia e i suicidi sono in aumento. Oppure, considerare criminale anche portare un pasto caldo a chi, senza potersi permettere una casa, vive in un’occupazione abitativa (art. 10): per spezzare la solidarietà civica – sottolineano i Papaveri -, infatti, il Ddl colpisce anche chi “coopera o si intromette”, parole vaghe per prendere di mira il più ampio numero di volontari. Ancora, si costringono i diritti fondamentali a fronte di uno squilibrato favore verso le forze dell’ordine, che potranno portare senza licenza anche non in servizio varie tipologie di armi (art. 28) e godere di maggiori benefici economici per la difesa legale per fatti inerenti al servizio (art. 22, quest’ultimo vale anche per i familiari come il coniuge o il convivente). Nessun cenno però all’introduzione di codici identificativi, da tempo richiesti per individuare gli agenti che si rendono colpevoli di abuso della forza: solo la facoltà di indossare bodycam (art. 21). Un’ipotesi che suona ancora più sinistra dopo i recenti fatti di cronaca raccontati dalle attiviste per il clima fatte spogliare a Brescia. In sintesi, diventerà più difficile e pericoloso manifestare, protestare e denunciare le ingiustizie, solidarizzare con chi le subisce, vivere ai margini e non rientrare perfettamente nei confini dell’ordine e del decoro. Questo Ddl non colpisce solo chi oggi vive una vita più precaria, tocca tutti, perché mina le basi delle tutele democratiche.
“Un Ddl dall’impianto repressivo e securitario, che nasconde dietro al titolo un disegno tutt’altro che rassicurante. Tutt’intorno, però, la reazione ci è parsa quasi assente, se non per l’impegno di alcune associazioni, come l’Anpi di Castel San Pietro o l’autoformazione di Centro studi sociali Malatesta, assemblea anarchica imolese e i Cobas Imola. Per questo ci siamo fatti promotori e promotrici in città, come gruppo di giovani insieme all’Anpi di Imola, di un momento di denuncia, per lanciare un’allerta democratica e chiamare all’appello la comunità antifascista – spiegano i Papaveri -. La risposta è stata immediata: hanno aderito subito la Cgil di Imola e il Comitato Pace e diritti del circondario imolese, poi l’Udi di Imola, l’Anpi e la Casa del Popolo di Castel Guelfo, il gruppo di studenti Socratè, MSN – il Mese della storia dei neri, i Giovani Democratici di Imola, il Partito della Rifondazione comunista di Imola, Perledonne, e altri, siamo certi, scenderanno con noi in piazza”.
La manifestazione, prevista per sabato 25 gennaio, partirà alle 11.30 dal piazzale della stazione di Imola. Si percorrerà viale Andrea Costa e via Appia fino alla piazzetta dell’orologio, per condividere riflessioni e interventi sul Ddl sicurezza e rivolgere un appello pubblico alla politica e alle istituzioni imolesi perché, ognuno nei propri ruoli, di partito e istituzionali, faccia il possibile per fermare l’approvazione del Ddl.
“Per informare la cittadinanza – concludono i Papaveri -, abbiamo inoltre realizzato una campagna di sensibilizzazione, con affissioni pubbliche nel Comune di Imola e sui social, curata da Papaveri in collaborazione tecnica con Polinomio studio (Giacomo ed Emilio Dalpane e Giulia Pasquali). Partita giovedì, prevede una serie di tre manifesti che raffigurano un lupo – il suo volto e le sue zampe –, archetipo dell’inganno malvagio. Come nelle fiabe, il lupo si traveste da innocuo personaggio ma non può celare del tutto le proprie vere intenzioni, di inganno e repressione. Sui manifesti è inoltre presente un QR code, che rinvia a una pagina web sul sito dell’Anpi con ulteriori informazioni sul Ddl e la manifestazione, e link per approfondimenti specialistici. Infine, nei giorni successivi al corteo, sarà organizzata una iniziativa pubblica rivolta alla cittadinanza con la presenza di relatori di Antigone (per i diritti e le garanzie nel sistema penale), Asgi (associazione studi giuridici sull’immigrazione) e Libera contro le mafie”.
Quando ai 12enni non vaccinati veniva impedito di salire sul bus per andare a scuola, quando i ragazzini venivano esclusi dalle attività sportive, quando i lavoratori senza lasciapassare venivano sospesi ingiustamente senza stipendio ecc ecc ecc l’emergenza democratica non c’era?
L’anpi e gli studentelli piddini dov’erano?
Ah già tutti in fila come soldatini, con il super green pass in tasca, fieri di esibirlo ad ogni occasione…
Ridicoli!
Amig, in Rumegna il ciema ” Decreto Scurezza ” …