Ho appreso con molta tristezza la notizia della morte di Vittorio Tassoni, un uomo a cui mi ha legato per tanti anni un rapporto di stima di amicizia e che la città,a mio modesto parere, dovrebbe ricordare con affetto e gratitudine.

“La giostra”, il fantaveicolo di Vittorio Tassoni che vinse l’edizione 2019 nella categoria maxi fantaveicoli
Vittorio Tassoni, geniale inventore ed innovatore, dopo aver lavorato per molti anni alla fabbrica Castelli di Imola come meccanico addetto alla manutenzione delle macchine per la lavorazione del legno, ha contribuito a fondare la Divisione meccanica Castelli Dmc ed è l’ideatore di 240 modelli di macchine industriali, parecchie delle quali brevettate.
Proprio grazie al genio inventivo di Tassoni, le macchine Dmc, hanno conquistano progressivamente i mercati europei. Sono stati anni di successi internazionali per l’azienda e di riconoscimenti personali, per Tassoni premiato da Acimall (Associazione costruttori italiani macchine e accessori per la lavorazione del legno) per le sue innovazioni. Anche grazie a lui la Dmc ha rafforzato sempre più la sua posizione competitiva sui mercati diventando la più grande azienda a livello mondiale nella produzione di levigatrici, sia per fatturato che per numero di unità prodotte.
Ma il motivo per cui io ricordo Vittorio con particolare affetto e riconoscenza non è legato alla sua prestigiosa storia professionale bensì al contributo determinante che ha dato al carnevale dei Fantaveicoli fin dalla sua nascita nel 1998 diventandone un geniale protagonista.
Io inventai dal nulla questa manifestazione tentando di creare un carnevale imolese originale, diverso da tutti gli altri e ispirato alle nostre vocazioni territoriali.
Immaginai un carnevale che non ripetesse le formule stereotipate dei carnevali italiani (sfilate di carri allegorici, ballerine brasiliane, tripudio di maschere, divette televisive esibite su macchine lussuose ecc. ) e misi in un immaginario frullatore i seguenti elementi:
- la passione e l’ingegnosità tecnica dei ”ciapinisti”;
- la creatività artigianale che ha ispirato tante nostre aziende;
- l’amore per la bicicletta, compagna fedele di ogni giornata per imolesi d ogni età;
- una certa dose di “pazzia” e di estrosità comprensibile in una citta che era definita”la città dei matti”;
- la memoria di Leonardo Da Vinci presente a Imola nel 1502;
- un rispetto radicato per l’ambiente e per una mobilità sostenibile.
Ecco allora uscire dal mio frullatore immaginario l’invenzione dei fantaveicoli questi veicoli originali, strani, fantasiosi, inusuali, stravaganti e ingegnosi che rappresentano un vero concentrato di fantasia a zero emissioni.
La proposta iniziale dei fantaveicoli, come mi capitato spesso anche in altre occasioni (vedi Imola in Musica), suscitò più dubbi e perplessità che entusiasmi. Sembrava un progetto troppo stravagante e innovativo ed era difficile immaginare che, con un budget veramente miserrimo e senza stabilire adeguati contributi per chi si avventurasse nella costruzione di queste macchine ecologiche, fosse possibile coinvolgere gli imolesi, le associazioni, le scuole, gruppi di amici. Poi, quando un grande successo popolare accompagnò la prima edizione, le diffidenze si sciolsero come neve al sole. Quando le idee hanno successo come dice un celebre aforisma di Ennio Flaiano gli italiani “corrono sempre in aiuto del vincitore”.
Vittorio col suo spirito giovanile, con la sua disponibilità a nuove avventure e nuove esperienze, e con la sua autorevolezza tecnica sostenne immediatamente il mio progetto e diede un contributo essenziale alle prime edizioni mostrando come fosse possibile abbinare ingegnosità tecnica e meccanica a una grandissima originalità e creatività. E’ diventato ben presto un punto di riferimento per tutti gli altri costruttori e i suoi fantaveicoli diventati ormai leggendari hanno avuto una larga diffusione anche attraverso servizi televisivi e giornalistici attratti da un personaggio fuori dal comune.
Ricordo la sua gentilezza, il suo sorriso, la sua generosità, tratti umani evidenti per chiunque lo incontrasse. Vorrei ricordare anche la sua particolarissima attenzione e sensibilità per i bambini: quando vedeva i bambini sgranare gli occhi davanti alle sue creazioni gli sorridevano gli occhi; quante volte mi ha detto che quella era la sua più grande soddisfazione.
Ora quei bambini che nel 1998 avevano dieci anni ne hanno trentasette e probabilmente hanno a loro volta dei figli che guarderanno con ammirazione e meraviglia i fantaveicoli nella prossima edizione. Spero che tutti quei bambini, oggi adulti, a cui VittorioTassoni ha regalato la sua ingegnosità e la sua straordinaria inventiva, lo ricordino con gratitudine.
(Valter Galavotti)
Una grandissima e bellissima persona. RIP Vittorio