Imola. Tanti striscioni, bandiere, cartelli (uno fra tutti “Meloni ci crede coglioni”) lungo il corteo di un migliaio di persone che va da piazzale Marabini a piazza Caduti per la Libertà. Proprio quella libertà che, in buona parte, vuole togliere il governo di destra con il Ddl Sicurezza. E allora, contro tale disegno di legge, il 25 gennaio sono scesi in piazza in tanti allla manifestazione indetta dai giovani dell’Anpi, i Papaveri. Ovviamente l’Anpi, il Pd, i Giovani democratici, Rc, lo Spi, la Fiom, il Comitato Pace e diritti e altre sigle dell’universo della sinistra per un’iniziativa colorata e pacifica, ma ferma e decisa cominciata sulle note di “Bella Ciao” cantata e ritmata con le mani dai molti giovani presenti, soprattutto donne fra le quali la vicesindaca di Imola Elisa Spada e la sindaca di Castel San Pietro Francesca Marchetti.

Per prima prende la parola Giulia Barelli che va subito giù dura: “Non ci sentiamo rappresentati da questo governo di estrema destra. Il Ddl Sicurezza disincentiva la partecipazione e la solidarietà, questa cosa non la possiamo proprio tollerare. Non vogliamo un Paese dove i giovani debbano aspirare a entrare nei militari per fare carriera e avere buoni stipendi”. Il presidente dell’Anpi Gabrio Salieri ricorda “che quest’anno ricorre l’80esimo anniversario della Liberazione da cui è nata la Costituzione che l’attuale governo di destra-destra sta cercando di smontare pezzo per pezzo. Alle ultime elezioni hanno votato circa la metà degli italiani, quindi non è vero che la destra ha la maggioranza degli italiani con sè, ma ciò è un incentivo ulteriore per andare a votare, non siate indifferenti come diceva Antonio Gramsci. Siamo tutti Papaveri”. Applausi dalla piazza.

Alessandra, giovane universitaria, fa notare come “il nuovo Ddl Sicurezza penalizza il dissenso non violento e la protesta pacifica, ma la lotta non si può e non si deve imbavagliare anche se loro cercano di farlo con la repressione e restringendo i diritti sempre di più”. Interviene poi il segretario della Cgil Stefano Moni: “Il Ddl sicurezza colpisce anche il mondo del lavoro, andare davanti alle fabbriche in crisi per fare picchetti diventerà un reato importante. Ogni giorno ci sono morti sul lavoro, questo è il genere di sicurezza che chiediamo al governo. Basta con i contratti precari e sottopagati a lavoratori extracomunitari e non”.

Insomma, il No al Ddl Sicurezza esce forte  e chiaro da una manifestazione ben riuscita come da tempo non se ne vedevano in città.

(m.m.)