Dopo Elon Musk, anche Mark Zuckerberg scende in campo con decisione, affermando l’intenzione di collaborare con Trump per “respingere i governi che se la prendono con le società Usa”. Ogni riferimento all’Europa è sicuramente esatto.
I due prima si sono sfidati per fare a botte in diretta mondiale chiedendo in uso il Colosseo quasi fossero due gladiatori dell’antica Roma, ora vogliono creare un’alleanza al fianco di Donald Trump per condizionare equilibri di potere, opinioni pubbliche e far emergere una nuova cultura globale.
È una questione di business, influenza e potere, quella di plasmare il futuro delle nazioni.
Questo e altri fatti pongono una domanda fondamentale per l’Europa, le sue classi dirigenti, il nostro futuro: vogliamo essere spettatori passivi o protagonisti del futuro?
Meta e X (ex Twitter) nel loro progetto dovranno essere coloro che guideranno l’opinione pubblica mondiale.
Diventa allora urgente un’azione concreta da parte dei governi europei, della Commissione europea, dei leader che tengono in mano le redini del nostro continente.
Innanzi tutto è indispensabile incentivare la creazione di poli industriali europei capaci di competere con i giganti globali, soprattutto su settori strategici come la difesa, l’aerospaziale, le energie rinnovabili e la mobilità elettrica.
E poi garantire una gestione sicura e indipendente delle informazioni, riducendo la dipendenza tecnologica da altri continenti.
Infine, unire le forze dell’Unione Europea, trasformandola in un’unica entità capace di agire con una sola voce e sfruttare appieno la massa critica che rappresenta.
Mentre gli Stati Uniti, con la nuova amministrazione Trump, si concentreranno molto su loro stessi, l’Europa rischia di diventare un realtà ricca di storia ma povera di futuro.
La politica e le istituzioni europee sono pronte a compiere i passi che servono e accelerare sui processi già avviati, anche a costo di perdere qualche consenso nell’immediato?
La speranza di chi ha a cuore il nostro destino è che tutti siano orientati verso questo obbiettivo.
Poi dobbiamo essere consapevoli che l’amministrazione Trump lavorerà nel senso opposto, per favorire qualche leader in grado di essere divisivo con gli altri.
In Italia, per sviare l’attenzione sui temi fondamentali, ogni tanto ritorna sulla scena il “cattivo” Soros: gli annunci sulla finanza buona e su quella cattiva lasciano il tempo che trovano.
Quello che è evidente, nella politica di chi governa l’Italia, è la scelta di campo. Si è pronti a cedere quote sempre più importanti di sovranità economica e politica, per stare con il soggetto più forte del mondo: il capitalismo finanziario. Da tempo, i sovranisti stanno realizzando Stati a sovranità limitata (ma senza l’obbiettivo di costruire un’Europa più forte), l’esatto opposto dei proclami elettorali “L’Italia agli italiani”.
C’è spazio e tempo, non molto, per riflettere!
(Tiziano Conti)