Imola. Gli studenti del polo liceale e, forse anche di altre scuole, non vogliono più rimanere in silenzio. Dopo una serie di episodi come un’epidemia di legionella al Valeriani e i problemi di riscaldamento al Rambaldi, il 5 febbraio organizzeranno tre cortei che convergeranno in piazza Matteotti. “Noi dichiariamo che non abbiamo più intenzione di restare muti e passivi di fronte ad autorità di tutti i gradi che tagliano costantemente i fondi alla scuola pubblica o che malversano quelli dati in carico al nostro istituto. Noi rivendichiamo il diritto di studiare in ambienti consoni alla vita scolastica, non in gabbie fatiscenti – recita il volantino che proclama la manifestazione. A fronte di varie richieste di colloquio col nostro dirigente non siamo stati ascoltati, essendo liquidati con vuote rassicurazioni, o addirittura le domande di confronto sono state più volte respinte. Vogliamo dichiarare come questa situazione di elusività e in certi casi di autoritarismo sia inaccettabile. Bisogna inoltre comprendere come questa sia una situazione vissuta da molti istituti italiani, a causa di manovre di distruzione e aziendalizzazione della scuola pubblica compiute da tutti i governi da destra a sinistra”.

“Tutti noi studenti abbiamo preso la decisione di scioperare perché la nostra, come tutte le scuole italiane, non è un ambiente dignitoso in cui studiare, un luogo che produce il disagio psicologico che viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle, e quindi come studenti coscienti non ci presenteremo in una scuola che non riteniamo degna d’essere chiamata tale – si avvia verso la conclusione il volantino -.Il problema è sistemico e frutto di 30 anni di distruzione della scuola pubblica, che hanno reso un centro di formazione lavorativa, senza tener conto della componente umana e intellettuale. Non possiamo piú accettare una produce disagio psicologico La scuola, che dovrebbe essere una palestra per la nostra mente, diventa una gabbia. Come studenti vogliamo dei luoghi di apprendimento non solo salubri, ma che ci consentano anche di socializzare, di crescere, di maturare e di sviluppare un pensiero critico. Perché oggi siamo ragazzi, ma da domani saremo anche cittadini”.